Un uomo di 94 anni, ex imprenditore condannato per bancarotta fraudolenta, è stato detenuto per alcuni giorni nel carcere di Sollicciano, a Firenze, nonostante le sue precarie condizioni di salute. La pena, divenuta definitiva dopo la conferma della Corte d’Appello e la mancata impugnazione in Cassazione, ha inizialmente comportato l’ingresso in cella, dove l’anziano, claudicante e bisognoso di assistenza, è stato assegnato al reparto clinico.
Dopo un primo rigetto della richiesta di detenzione domiciliare, il successivo trasferimento nella struttura a custodia attenuata del carcere Gozzini ha permesso di ripresentare l’istanza. Questa volta un diverso magistrato di sorveglianza ha accolto la domanda del legale, disponendo che l’anziano potesse scontare la pena a casa.
Il Garante dei detenuti della Toscana, Giuseppe Fanfani, ha definito la vicenda inaccettabile e disumana, chiedendo l’intervento immediato del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il caso ha suscitato indignazione anche per la coincidenza con recenti tensioni all’interno dello stesso carcere, dove due detenuti avevano appiccato un incendio. Il trasferimento dell’anziano e l’accoglimento dell’istanza di detenzione alternativa sono arrivati dopo giorni di attesa e di pressioni da parte della difesa.
La vicenda ha riacceso il dibattito sul trattamento riservato agli anziani all’interno del sistema penitenziario italiano, ponendo interrogativi sull’adeguatezza delle misure applicate nei confronti di soggetti fragili e sul rispetto della dignità umana anche in fase esecutiva della pena.