Domenica mattina, nel cuore di Villa Pamphili a Roma, un passante ha fatto una drammatica scoperta: il corpo senza vita di una neonata, adagiato tra i cespugli. A lanciare l’allarme sono state due ragazze che avevano notato qualcosa di sospetto tra la vegetazione. L’uomo, guidato da speranza e paura, ha tentato di avvicinarsi solo con lo zoom del cellulare, immaginando – o meglio, sperando – si trattasse di un giocattolo. Ma non lo era.
La bambina, di pochi mesi, faceva parte presumibilmente di una famiglia senza fissa dimora. Anche la madre è stata ritrovata morta poco distante. Le indagini sono in corso, ma dai primi riscontri non risultano segni di violenza sul corpo della donna. La vicenda ha scosso profondamente l’opinione pubblica e riapre il dibattito sulla condizione delle persone invisibili, che vivono ai margini della società nei parchi cittadini.
La testimonianza dell’uomo che ha ritrovato il corpo ha dato voce a un dolore collettivo: “Se fosse stata vera, sarebbe stato un ricordo troppo pesante da portare con me”. Purtroppo, lo era davvero. E quella piccola vita interrotta è ora il simbolo di un dramma sommerso.