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lunedì, 9 Giugno 2025

Accesso non autorizzato a WhatsApp: la Cassazione lo considera reato penale

Con una sentenza destinata a fare giurisprudenza, la Corte di Cassazione ha stabilito che accedere senza permesso ai messaggi WhatsApp di un’altra persona costituisce reato. Il caso riguardava un uomo che, nel contesto di una causa di separazione, aveva estrapolato messaggi e registri chiamate dal telefono della sua ex moglie — dispositivi protetti da password. Nonostante la finalità dichiarata fosse difensiva, i giudici hanno ribadito che l’accesso abusivo a un sistema informatico, quale è considerata l’app di messaggistica, rappresenta una violazione grave della privacy e comporta conseguenze penali, fino a dieci anni di reclusione. Anche un accesso autorizzato ma prolungato nel tempo può rientrare nella sfera del penalmente rilevante.

La pronuncia evidenzia un principio chiaro: la riservatezza digitale è tutelata al pari della corrispondenza tradizionale. L’invasione della sfera privata, anche all’interno di dinamiche familiari e coniugali, non può trovare giustificazione in finalità probatorie, se ottenute violando sistemi protetti. Si tratta di una conferma autorevole della necessità di rispettare i confini dell’altrui libertà informatica, anche nei rapporti personali più delicati.

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