Il delitto di Garlasco torna al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. A distanza di quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la riapertura delle indagini da parte della Procura di Pavia e le recenti perquisizioni ai danni di Andrea Sempio riaprono ferite mai rimarginate per la famiglia della vittima.
Il legale dei Poggi, Francesco Compagna, ha espresso forte preoccupazione per il riemergere di ipotesi già smentite nel corso dei processi precedenti. Compagna sottolinea come l’iniziativa giudiziaria ignori i pronunciamenti definitivi della giustizia, esponendo i familiari a nuove sofferenze ingiustificate.
Gli investigatori hanno sequestrato dispositivi elettronici e oggetti personali di Sempio e dei suoi familiari, mentre sono stati ispezionati anche terreni alla ricerca dell’arma del delitto, mai ritrovata. Le nuove ipotesi si basano sul rilevamento di materiale genetico compatibile con quello di Sempio, ma per la famiglia Poggi tutto questo rappresenta un inutile accanimento.
Il rispetto delle sentenze passate, secondo i genitori di Chiara, dovrebbe prevalere su ulteriori indagini che rischiano di alimentare solo dolore e confusione. La memoria della giovane e la serenità dei suoi cari meritano un rispetto che sembra mancare ogni volta che si tenta di riaprire un caso già chiuso con sentenza definitiva.
Nel frattempo, la gip ha autorizzato un incidente probatorio per nuove analisi genetiche, mentre la famiglia Poggi si è costituita parte offesa per difendere la verità già sancita dalla giustizia. Il timore è che, inseguendo piste inconsistenti, la giustizia finisca per infliggere nuove ferite anziché sanare quelle ancora aperte.