A Palma Campania, in provincia di Napoli, il sindaco Nello Donnarumma ha firmato un’ordinanza che vieta le cosiddette “molestie olfattive” provenienti da cucine, attività commerciali e abitazioni private. Il provvedimento, in vigore dal 6 maggio 2025, prevede multe fino a 500 euro per chi diffonde odori giudicati molesti e intollerabili.
Il testo dell’ordinanza, formalmente neutro, ha però generato forti polemiche perché ritenuto da molti implicitamente rivolto alla comunità bengalese, che rappresenta una significativa presenza nel territorio e gestisce numerose attività legate alla ristorazione. L’utilizzo frequente di spezie nella cucina bengalese è finito al centro delle segnalazioni da parte di alcuni residenti, provocando la reazione dell’amministrazione.
L’assessore all’immigrazione ha dichiarato che potrebbero essere impiegati misuratori olfattometrici, ma la legge consente l’intervento anche in presenza di riscontri soggettivi ritenuti oggettivamente evidenti da pubblici ufficiali. Le opposizioni e varie associazioni per i diritti civili hanno criticato il provvedimento, parlando di discriminazione e di misura sproporzionata.
Non è la prima volta che simili ordinanze fanno discutere: già nel 2014, un precedente sindaco aveva introdotto sanzioni per chi sputava a terra, provvedimento che fu percepito come rivolto alla stessa comunità. La vicenda solleva interrogativi sul confine tra tutela della vivibilità urbana e rischio di stigmatizzazione di gruppi etnici specifici.
L’ordinanza si inserisce in un contesto nazionale dove altri comuni hanno adottato norme restrittive verso cucine etniche, con il pretesto della salvaguardia del decoro urbano, alimentando un dibattito acceso sul tema dell’integrazione e della convivenza interculturale.
