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Morti sul lavoro in Italia: il bollettino che nessuno vuole leggere

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Morti sul lavoro in Italia: il bollettino che nessuno vuole leggere

Dal 2021 al 2024, oltre 4.400 persone hanno perso la vita mentre lavoravano in Italia. Un numero che racconta una vera e propria emergenza nazionale. Il settore delle costruzioni è quello con il più alto tasso di mortalità, seguito da trasporti e attività manifatturiere. Le regioni più colpite sono Basilicata e Umbria, costantemente in zona rossa per rischio infortuni sul lavoro, mentre la Toscana si distingue per i risultati migliori.

I lavoratori anziani e gli stranieri risultano i più esposti, con tassi di mortalità preoccupanti. Anche se le denunce di infortunio sono calate rispetto agli anni del Covid, il rischio di morire lavorando resta alto. Gli uomini restano le principali vittime, ma anche 418 donne hanno perso la vita in questi quattro anni. La mortalità, rapportata alla popolazione lavorativa, è rimasta quasi invariata, segno che le misure di prevenzione sono ancora largamente insufficienti.

Il lunedì si conferma il giorno più tragico della settimana, almeno fino al 2023, mentre nel 2024 è stato il martedì a registrare il maggior numero di vittime. I dati raccontano un’Italia in cui andare a lavorare può ancora significare non fare ritorno a casa. Un’emergenza che continua a essere sottovalutata.

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