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giovedì, 10 Aprile 2025

Suicidi in carcere, emergenza ignorata: cinque morti in tre giorni

Negli istituti penitenziari italiani la situazione è drammatica: in soli tre giorni, cinque detenuti si sono tolti la vita. Dall’inizio dell’anno si contano già settanta morti, di cui ventuno suicidi accertati. Numeri allarmanti, che evidenziano un problema cronico e sempre più grave.

Il caso più recente è avvenuto a Foggia, dove un uomo di 45 anni, entrato in carcere solo due giorni prima, ha deciso di farla finita. Un episodio che conferma un dato inquietante: i primi venti giorni di detenzione sono quelli più a rischio. Le vittime sono spesso uomini soli, con problemi di tossicodipendenza o disturbi mentali, stranieri nella maggior parte dei casi, ma anche italiani.

La situazione è aggravata da sovraffollamento e carenza di personale qualificato: mancano psicologi, psichiatri ed educatori, figure indispensabili per prevenire tragedie di questo tipo. Secondo le statistiche, il tasso di suicidi in carcere è 40 volte superiore a quello della popolazione generale, mentre il tasso di mortalità generale è 50 volte più alto.

A fronte di questa realtà, la risposta istituzionale è pressoché assente. Secondo Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria, servono interventi concreti e investimenti mirati per riformare il sistema penitenziario. Ma, al momento, l’unica certezza è il silenzio della politica.

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