L’influenza aviaria H5N1 sta facendo discutere gli esperti di tutto il mondo. Il virus, che colpisce principalmente gli uccelli, ha già infettato alcuni mammiferi e, in rari casi, anche l’uomo. Gli scienziati avvertono: la possibilità che il virus muti e diventi trasmissibile tra esseri umani non è da sottovalutare.
Negli Stati Uniti, sono stati segnalati casi umani legati al contatto con pollame infetto, mentre in Nevada un nuovo ceppo è stato individuato nel bestiame da latte, segno che il virus si sta adattando a nuove specie. Anche se i contagi nell’uomo sono ancora sporadici e con sintomi lievi, la preoccupazione cresce, soprattutto per il rischio di una trasmissione su larga scala.
Le aziende farmaceutiche, tra cui Moderna e Pfizer, stanno lavorando a vaccini basati sulla tecnologia mRNA, che potrebbero essere prodotti più rapidamente rispetto ai tradizionali vaccini antinfluenzali. Tuttavia, gli scienziati avvertono che la preparazione globale è ancora insufficiente e che servono misure più efficaci per monitorare e prevenire una possibile pandemia.
L’invito della comunità scientifica è chiaro: agire ora, prima che sia troppo tardi. L’esperienza del Covid-19 ha dimostrato che l’inerzia può avere conseguenze disastrose.
