A tre anni dall’invasione russa, la guerra in Ucraina continua senza una soluzione concreta. Il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato di essere disposto a dimettersi se questo potesse portare alla pace o all’ingresso del Paese nella NATO. Un annuncio che arriva in un momento critico, con il sostegno internazionale sempre più incerto e le tensioni politiche in crescita.
Donald Trump, in vista delle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, ha preso le distanze dall’Ucraina, criticando apertamente Zelensky e lasciando intendere che un suo eventuale ritorno alla Casa Bianca potrebbe segnare un cambio di rotta nella politica americana sul conflitto.
Intanto, i numeri della guerra sono drammatici: oltre 46.000 soldati ucraini uccisi, migliaia di civili tra morti e dispersi, infrastrutture distrutte e una popolazione stremata. Le speranze di una tregua restano deboli, mentre Russia e Ucraina continuano a combattere senza apparenti passi avanti nei negoziati.
L’Europa, dal canto suo, appare divisa tra chi spinge per un sostegno militare continuato e chi, invece, teme un’escalation ulteriore del conflitto. A tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina, la pace sembra ancora un traguardo lontano.