Milano, capitale della moda, dell’economia e, purtroppo, sempre più spesso, anche dell’insicurezza. L’ultimo episodio di violenza arriva dall’Arco della Pace, dove un gruppo di ragazzi di 15-16 anni è stato accerchiato e pestato da una ventina di giovani più grandi. Calci, pugni, persino bottiglie di vetro rotte usate come armi. Il bilancio? Un trauma cranico, emorragie e volti tumefatti. Ma soprattutto, tanta paura.
Le famiglie hanno sporto denuncia, gli inquirenti sono al lavoro, le telecamere di sorveglianza sono state acquisite. Tutto secondo il copione ormai noto di questi episodi, ma la vera scossa arriva da una madre, che ha deciso di scrivere direttamente al sindaco Beppe Sala. Una lettera dura, accorata, che non lascia spazio a interpretazioni: “Abbiamo perso tutti”.
La donna si chiede come sia possibile che in una città che si prepara a ospitare le Olimpiadi Invernali 2026 non si riesca a garantire un minimo di sicurezza nelle zone più frequentate dai giovani. E la domanda, in effetti, sorge spontanea: com’è possibile che piazze e vie centrali di Milano, da sempre punti di ritrovo, siano ormai territorio di baby gang che agiscono con la logica del branco?
In attesa che la giustizia faccia il suo corso – e che magari questa volta le indagini non finiscano in un nulla di fatto – resta la sensazione di smarrimento tra i cittadini. E un consiglio amaro che i genitori hanno dato ai propri figli dopo l’aggressione: “Se vi succede di nuovo, date tutto. Telefono, portafoglio, qualsiasi cosa. Ma tornate a casa vivi”.
Una resa incondizionata alla violenza? O il risultato inevitabile di un sistema che non riesce più a proteggere nemmeno i suoi ragazzi?
