La Cassazione ha stabilito che sbirciare il cellulare del partner è reato, anche se si conosce il pin. Un uomo, infatti, è stato condannato per aver usato i messaggi della sua ex in una causa civile, violando la privacy e commettendo un accesso abusivo a un sistema informatico.
Secondo i giudici, il consenso all’uso di un telefono non è permanente: anche se il codice di sblocco era stato condiviso in passato, ciò non autorizza a utilizzarlo successivamente senza permesso. La legge tutela la riservatezza dei dati personali e considera il telefonino parte della sfera privata, vietando qualsiasi intrusione non autorizzata.
Questa decisione conferma che la privacy non è negoziabile, nemmeno tra persone che hanno avuto una relazione. Chi pensa di poter controllare i messaggi dell’altro senza conseguenze farebbe meglio a ricredersi: la giustizia non ammette giustificazioni quando si tratta di violazione della corrispondenza.