Le aggressioni al personale sanitario sono in forte crescita: nel 2024 si sono registrati 25.940 episodi, un incremento del 33% rispetto all’anno precedente. Lombardia, Campania, Puglia, Lazio e Sicilia guidano la classifica delle regioni più colpite, con il Nord Italia che rappresenta il 63% dei casi. Infermieri e fisioterapisti, soprattutto donne, sono le principali vittime, mentre i colpevoli sono spesso pazienti esasperati dalla lentezza del sistema sanitario.
Secondo il Prof. Foad Aodi, presidente di AMSI e UMEM, la soluzione passa dalla creazione di ambulatori per codici bianchi, il potenziamento della sanità territoriale e l’istituzione di “punti soccorso” nelle province più isolate. Questo approccio mira a decongestionare i pronto soccorsi e a garantire maggiore sicurezza agli operatori sanitari.
Il fenomeno non si limita all’Italia: in Europa e nel mondo si registra un aumento significativo delle aggressioni. Serve un’azione decisa per proteggere chi opera in prima linea e per migliorare l’accesso alle cure per i pazienti. Solo un impegno collettivo potrà invertire questa preoccupante tendenza.