A Palermo, una badante è stata coinvolta in un caso di autoriciclaggio legato all’eredità di un imprenditore italo-americano. Dopo anni di indagini, le autorità hanno disposto la confisca di beni per un valore di oltre 2 milioni di euro.
La donna, assunta come assistente personale, avrebbe manipolato l’imprenditore e il figlio disabile, ottenendo in eredità 31 proprietà tra appartamenti e terreni. Le indagini hanno rivelato che, dopo la morte dell’uomo, la badante ha trasferito il denaro su conti esteri tramite una società ungherese creata ad hoc, cercando di occultare la provenienza delle somme.
Nonostante l’accusa di circonvenzione d’incapace sia caduta in prescrizione, la condanna per autoriciclaggio ha portato al sequestro del patrimonio, chiudendo così una vicenda complessa che ha richiesto anni di lavoro investigativo.
La confisca beni milionario rappresenta un segnale forte nella lotta ai reati patrimoniali.
