Dal 2008 fino ad ora la situazione economica italiana rimbalza da spiragli di speranze (con percentuali minime in aumento nel settore della produzione, occupazione, della vendita e del potere d’acquisto dei consumatori) a buia disperazione. Secondo la CGIA di Mestre, la povertà in ambito professionale, nel 2014 ha colpito soprattutto i lavoratori autonomi. Quando un lavoratore dipendente subisce un licenziamento e perde momentaneamente il posto di lavoro, può disporre di diverse misure di sostegno al reddito, come la disoccupazione. Un lavoratore autonomo, invece, non ha alcun paracadute. Una volta chiusa l’attività è costretto a rimettersi in gioco affrontando una serie di sfide per molti versi impossibili. I dati della CGIA mostrano che dall’inizio della crisi (2008) al primo semestre di quest’anno, gli autonomi (ovvero, i piccoli imprenditori, gli artigiani, i commercianti, i liberi professionisti, i coadiuvanti familiari, etc.) sono diminuiti di quasi 260 mila unità pari al 4,8%. L’anno scorso il 24,9% delle famiglie con reddito principale da lavoro autonomo ha vissuto con una disponibilità economica inferiore a 9.455 euro annui (soglia di povertà totale calcolata dall’Istat). In sostanza, una su quattro, per la CGIA, si è trovata in una condizione di vita non accettabile. Non sfuggono all’insostenibile peso della crisi, e dei tagli, e aumento delle tasse nemmeno i pensionati che percepiscono pensioni talmente tanto minime da permettergli di rientrare nella soglia di povertà. Altro tasto dolente riguarda i giovani. Quelli più fortunati, perché ormai è di fortuna che si parla, entrano nel mondo del lavoro con un ritardo impressionante con conseguenze di altrettanta dimensione. L’inserimento tardivo ha come conseguenza l’assunzione con una iniziale minima formazione ed esperienza, in quanto vengono acquisite tardi e in più, l’accumulo di contributi si riduce, dato che i contributi vengono versati al lavoratore in base agli anni di lavoro svolto (ammesso e concesso che vi sia un contratto con regolare assunzione). La situazione di collasso economico incide, non solo sulla sussistenza, sul sostentamento ma è una vera e propria piaga sociale.
Elena D’Ettorre