Naufragio a Kos: sulla barca 14 persone, morti due bimbi. E a Lesbo non sanno più dove seppellire i cadaveri
Non si arresta la strage di migranti che provano con tutti i mezzi a raggiungere l’Europa.
L’ultima – straziante – storia arriva dall’isola greca di Kos, dove una barca con 14 persone a bordo è affondata nella notte, uccidendo due bambini.
I profughi sono riusciti in qualche modo a salvarsi, ma per evitare una strage il padre di uno dei piccoli, morto a soli sei anni, ha dovuto gettare in mare il cadavere. A recuperare il corpo è stata poi la Guardia costiera greca, secondo cui con l’arrivo della stagione fredda, la forza dei venti e delle onde rappresentano un ulteriore fattore di rischio per i barconi spesso sovraccarichi.
Nel frattempo, sull’isola di Lesbo migliaia di persone sono bloccate a terra per lo sciopero dei lavoratori del trasporto marittimo che impedisce ai traghetti con a bordo i migranti di salpare in direzione del porto del Pireo. E su quella che era una delle più famose mete turistiche greche è nata un’altra emergenza. Le vittime dei viaggi della speranza sono così numerose (quasi 500 nel solo 2015) che sull’isola non c’è più posto per seppellirli: le autorità locali ed ecclesiastiche hanno avvertito che il cimitero dell’isola è pieno, tanto che adesso non hanno altra scelta che custodire decine di corpi in un contenitore refrigerato. “Ci auguriamo che le autorità siano in grado di trovare una soluzione in fretta”, dice Effi Latsoudi, membro di un gruppo di sostegno locale per migranti. Secondo il vescovo, Iakovos, potrebbero volerci anni per trovare un terreno costruire un nuovo cimitero negli spazi vicino all’ospedale dell’isola. Il sindaco di Lesbo, Spyros Galino, ha preannunciato che farà presente il problema al premier Alexis Tsipras che oggi visita l’isola.
fonte: IlGiornale
E.