Soffoca. Soffoca la Malesia. Soffoca il sud- est asiatico. La nebbia tossica che si sta espandendo in Indonesia è dovuta a pratiche agricole illegali messe in atto da proprietari terrieri e aziende agricole, coinvolti nel buisness delle palme da olio, che ogni anno bruciano piante e terreni per fertilizzare il suolo. Parliamo di una materia prima strategica nel settore degli agro- affari, l’olio di palma è infatti il secondo olio vegetale più commercializzato e consumato nel mondo (dopo l’olio di soia), nel settore alimentare, industriale ed energetico. Il presidente indonesiano, Joko Widodo, ha promesso dure sanzioni per coloro che attueranno questa rudimentale pratica appiccando roghi. Intanto però, in questi ultimi giorni, è allerta sanitaria con 168mila ricoveri per problemi respiratori dovuti al fumo che ha reso l’aria irrespirabile. Alcune città dell’Indonesia sono avvolte dalla nebbia da un mese. Scuole e negozi chiusi. Ma non è una novità. E’ un allarme che si ripete con scadenza quasi annuale. Un problema che riguarda tutto il mondo perchè il mercato della palma da olio (che cresce nei paesi tropicali) si sta espandendo rapidamente in forma di monocoltivazioni industriali a discapito delle foreste tropicali, favorita dai politici locali di molti paesi. Conseguenze? La deforestazione. Perdita della biodiversità, cambio climatico, desertificazione, erosione progressiva del suolo. Ma non è tutto. La maggior parte del terreno è occupato da monoculture industriali e le popolazioni locali vengono private del loro diritto di coltivare e produrre alimenti propri. Mentre le grandi aziende produttrici traggono beneficio dalla commercializzazione,60 milioni di indigeni nel mondo corrono il rischio di perdere le loro terre e i loro mezzi di sussistenza.Le organizzazioni ambientaliste e dei diritti umani hanno denunciato il problema e si stanno battendo da anni. E nel mentre, l’ ecosistema soffoca e la terra grida ancora una volta aiuto nell’indifferenza del mondo.
Ha fame di foreste.
E.D’E.