Sotto la lente d’ingrandimento di una società malsana, accanto alla disoccupazione giovanile troviamo la voce ‘sfruttamento minorile’. Un fenomeno che riguarda 280mila ragazzi che, con l’approvazione e il consenso dei genitori, ogni giorno escono da casa per contribuire al portafogli familiare. Sformato, stracciato dalla crisi economica. Ragazzi che si trascinano il peso di responsabilità adulte, che bruciano le tappe di un percorso di crescita. Catapultati in un mondo ‘più grande’ rispetto al mondo dell’età adolescenziale e della spensieratezza. L’indagine commissionata dall’osservatorio di Paidòss (Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza), è sconvolgente. Le conseguenze dell’esordio precoce nel mondo del lavoro non ricadono solo sul percorso di vita di questi figli di un lavoro minore ma anche sulla loro formazione culturale. Molti sono i ragazzi che abbandonano gli studi, rinunciano all’istruzione in nome di un dovere che ancora non gli spetta, in nome di una utilità che li vorrebbe protagonisti di un contesto sociale vivace, a colori e non sottomessi al grigiore di uno sfruttamento ingiusto. E molti sono i genitori che lo ritengono ‘normale’. Solo uno su tre si batte in ogni modo pur di vedere il figlio sedicenne andare a scuola, mentre il 46% acconsente senza problemi. E solo il 34% dei genitori costringerebbe il figlio a restare sui banchi di scuola. Un dato, questo, che dissesta, sconcerta. Garzoni di bar, meccanici e manovali, commessi nei negozi, sono le opportunità più frequenti di impiego che i Robin Hood odierni (non rubano ai ricchi per dare ai poveri. Lavorano per essi e per il sostentamento di se stessi) riescono a trovare. I dati raccolti dall’indagine condotta rappresentano la profonda piaga sociale che colpisce il Belpaese. Il Belpaese che ha prodotto un modello di società che suscita infelicità, che priva le menti dell’immaginazione e assiste indifferente all’inaccettabile realtà. Il Belpaese che nella storia ha fallito ogni tentativo di colonizzazione, si mostra ad oggi un paese sconfitto e sottosviluppato che sfrutta e piega il proprio popolo. Un paese che calpesta e viola quei diritti del fanciullo del ’59 approvati dall’Onu contro lo sfruttamento economico. L’Italia, senza pudore e senza decoro.
E. D’E.