Una nuova variante del Covid-19, denominata Stratus (sigla tecnica Xfg), sta attirando l’attenzione degli esperti internazionali. Segnalata per la prima volta lo scorso gennaio, Stratus si è già imposta in alcune aree del Sudest asiatico, in particolare in India, dove è diventata rapidamente dominante. Anche in Europa è in crescita. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha inserito Stratus tra le varianti sotto monitoraggio, pur mantenendo una valutazione del rischio attualmente bassa.
A preoccupare gli scienziati è la capacità di questa variante di eludere il sistema immunitario grazie a specifiche mutazioni della proteina Spike. A differenza di altre ondate pandemiche, i sintomi di Stratus sembrano meno convenzionali: il più segnalato è la raucedine, accompagnata da mal di gola intenso, tosse secca, febbre, affaticamento e dolori muscolari.
Il virus continua quindi a evolversi, con forme che sfuggono sempre meglio agli anticorpi preesistenti. Le autorità sanitarie internazionali invitano a non abbassare la guardia, anche in un periodo tradizionalmente meno critico come l’estate. La sorveglianza resta alta, con particolare attenzione alle possibili ripercussioni sul piano della trasmissibilità e della gravità clinica.
