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lunedì, 26 Maggio 2025

Screening oncologici in calo: nel 2023 perse oltre 50mila diagnosi

Nel 2023 l’Italia ha registrato un drastico calo nella partecipazione ai programmi di screening oncologici gratuiti, causando la perdita di oltre 50mila diagnosi precoci di tumori e lesioni precancerose. Lo rileva l’ultimo report della Fondazione Gimbe, basato sui dati dell’Osservatorio nazionale screening. Solo il 43% degli invitati ha aderito, lasciando il 57% fuori dai percorsi di prevenzione. Particolarmente critiche le adesioni per i tumori al seno, alla cervice uterina e al colon-retto.

A destare maggiore preoccupazione è la profonda disparità territoriale: le regioni del Nord (in testa Trentino, Emilia-Romagna e Veneto) registrano i tassi di adesione più alti, mentre il Sud Italia continua a segnare ritardi significativi, con Campania, Sicilia e Calabria in fondo alla classifica. Questo squilibrio geografico compromette l’efficacia della prevenzione a livello nazionale.

La scarsa partecipazione agli screening ha conseguenze pesanti non solo sulla salute dei cittadini – con diagnosi tardive, trattamenti più invasivi e un aumento della mortalità – ma anche sulla sostenibilità economica del Servizio sanitario nazionale. Secondo Gimbe, una maggiore adesione avrebbe potuto evitare migliaia di decessi e ridurre significativamente i costi sanitari.

Il report lancia un appello urgente: è fondamentale investire nella promozione della cultura della prevenzione, ridurre le disuguaglianze e garantire un’adesione omogenea su tutto il territorio nazionale. Partecipare agli screening significa guadagnare tempo prezioso per la salute e migliorare la qualità della vita.

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